Le meraviglie dei fondali marini

 

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Roberto Serani è nato nel 1970 a Roma e solo da circa 10 anni va sott'acqua imparando ad apprezzare e rispettare il nostro mare che tanto viene criticato ma non viene amato come si dovrebbe...una passione che coltiva anno dopo anno migliorando la sua esperienza subacquea che non finisce mai d'apprendere.

I pericoli le disattenzioni e gli imprevisti che si possono trovare durante le loro bellissime immersioni, hanno fatto si di scoprire la passione per i relitti subacquei e da qui inizia a fare riprese subacquee insieme al suo compagno di immersione Giovanni Salera nato nel 1966 e con 35 ani diesperienza subacquea.
Hanno istituito un team che si chiama Wreck Explorer team girando in lungo il largo per l'Italia e l'estero abbiamo trovato nell'isola siciliana delle immersioni che si possono definire uniche al mondo.

Le immersioni in Sicilia offrono un vero e proprio spettacolo sommerso. Relitti, grotte e una straordinaria biodiversità. Il loro team è consapevole che molte delle immersioni che vengono effettuate nello stretto richiedono una preparazione è una conoscenza adeguata al tipo di sito che si va a visitare preparando scrupolosamente il programma d'immersione per godere al massimo uno sport così fantastico e cercando di portare fuori dall'acqua la loro stessa emozione quando visitano questi siti così belli tramite le loro riprese e fotografie senza danneggiare l'ambiente marino che vanno a visitare.

Filmati di Roberto Serani - Fotografie di Giovanni Salera.

La nave traghetto Cariddi venne varata a Trieste nel 1930 presso i Cantieri Navali Riuniti dell’Adriatico, e fu una delle prime unità della flotta FS, all’epoca in servizio nello Stretto (1932), ad essere dotata di motori diesel-elettrici, i primi del genere nella marina mercantile italiana. La sua forma d’origine era diversa da quella che ricordiamo, innanzitutto per la presenza di un solo fumaiolo, poi per il diverso aspetto di tutta la zona di prua (completamente aperta), per la presenza di tre binari anziché quattro e per la lunghezza decisamente più corta (di circa 11 metri).

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All’epoca della sua immissione in servizio la nave rappresentò una vera e propria rivoluzione nel panorama dei trasporti dello Stretto, aumentando notevolmente la capacità di carico di mezzi ferroviari e non, la frequenza dei collegamenti tra le due sponde Calabrese e Siciliana e il confort dei passeggeri che vi soggiornavano con addirittura un alloggio reale ricco di legni pregiatissimi. Insieme alla unità “gemella” Scilla, di poco più anziana, la Cariddi divenne subito l’ammiraglia della flotta FS d’anteguerra; ad essa fu subito affidato il traghettamento dei convogli viaggiatori più prestigiosi.
Sia la Cariddi che la Scilla ereditarono il loro nome da una precedente coppia di ferry-boats con azionamento a pale e motore a vapore, entrate in servizio alla fine del 1896, esattamente tre anni dopo il rilascio della concessione per la navigazione a vapore attraverso lo stretto alla Società per le Strade Ferrate della Sicilia avvenuto nel Novenbre 1893. Nel nostro caso ha senso quindi parlare di “Cariddi II”. Per la cronaca la “Cariddi I” terminò il suo servizio nel 1923 mentre la gemella “Scilla I” fu silurata (o saltò su una mina, la cosa è controversa) davanti all’abitato di Catona nel 1917, durante la I Guerra Mondiale quando lo Stretto fu dichiarato fronte di guerra ed equiparato alla prima linea delle Alpi.

Il Team Blue Whale Divers si sposta in Sicilia, percorriamo ben 800 km per vedere i più belli relitti del mediterraneo questo è uno dei primi il Valfiorita:
La motonave Valfiorita fu una nave mercantile di 6.200 tonnellate di stazza lorda, costruita in origine per usi commerciali e riconvertita ad uso militare durante la seconda guerra mondiale.

In particolare venne adibita al trasporto di automezzi, attrezzature e munizioni per il rifornimento delle truppe italiane impegnate nel conflitto mondiale. La nave fu affondata l'8 luglio 1943 durante la navigazione tra Messina e Palermo, dal sommergibile britannico HMS Ultor, che la colpi con un siluro nella zona di prua. Il comandante della Valfiorita cercò di puntare verso terra per mettere in salvo la nave, ma il danno provocato dal siluro fu così devastante che il troncone di prua si staccò dal resto della struttura, provocando il repentino affondamento.

La nave Valfiorita giace tuttora di fronte l'abitato di Mortelle, in provincia di Messina, ad una profondità compresa tra i 55 ed i 70 metri, in perfetto assetto di navigazione e conserva ancora il suo ultimo carico costituito da camion, autovetture e motocicli dell'epoca. La Valfiorita è adesso considerato uno dei più bei relitti del mar Mediterraneo, meta di immersioni svolte esclusivamente da sub tecnici, a causa delle difficoltà rappresentate dall'elevata profondità, dalla corrente e dalle reti presenti sul relitto.

Viaggio con due mete della splendita Sicilia Letojanni paesino molto caratteristico baciato dal mare e Messina con i suoi fondali spettacolari!